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Mar16042024

Ultimo aggiornamento05:19:51 PM

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Ambiente

L'Italia e il dissesto idrogeologico

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Roma e Genova come Atlantide
 
Dossier a cura della II D  
Scuola Secondaria primo livello
Istituto Rosmini di Roma 
 
 
Rischio idrogeologico in Italia
Frane, valanghe, alluvioni. Quando parliamo di rischio idrogeologico a cosa ci riferiamo? Con questo termine, si indica la pericolosità dell'instabilità dei pendii o dei corsi fluviali in conseguenza di particolari condizioni ambientali, metereologiche, climatiche, fattori fortemente influenzati dalle attività umane. L'impatto umano, infatti, condiziona la conformazione geologica e geomorfologica del suolo, così a un certo numero di attività dell’uomo è seguito un aumento del rischio idrogeologico, soprattutto in alcuni comuni italiani dove si è agito per la modificazione del territorio con la costruzione di infrastrutture. Strade, ponti, ferrovie, edifici e abitazioni hanno intaccato in alcuni casi la stabilità naturale del territorio incrementando fenomeni erosivi e l'instabilità del suolo. Tant'è che il 68% dei comuni italiani sono oggi ad alto rischio idrogeologico, 13.760 Km quadrati   di territorio italiano è a rischio frana e 7.791 Km quadrati a rischio alluvione. Campania, Calabria, Piemonte , Sicilia e Liguria sono le regioni a più alto rischio idrogeologico.
Niccolò Porcaro 
 
 
Il dissesto idrogeologico a Roma
Bombe d'acqua, allagamenti, alberi caduti e frane: questi fenomeni si stanno verificando sempre più frequentemente nella capitale, provocando notevoli danni e disagi.
Il territorio della regione Lazio, per la sua conformazione morfologica, è soggetto a varie tipologie di dissesto idrogeologico, dalle frane alle alluvioni. La maggior parte dei comuni del Lazio è a rischio, compresa Roma dove si sono verificati diversi episodi di dissesto idrogeologico: frane importanti come quella che ha coinvolto una parte del costone della collina dei Parioli che si affaccia sulla via Flaminia, e che crollando sulla strada sottostante, lo scorso gennaio, ha investito tre auto posteggiate e una in transito; eventi alluvionali hanno causato ingenti danni alle strutture pubbliche e private e il notevole innalzamento del fiume Tevere. A tutto ciò va aggiunto il rischio derivante dall'inquinamento che nella capitale raggiunge tassi altissimi.
Tale situazione critica impone una politica di prevenzione volta a prevedere gli eventi possibili per limitarne i danni.
Davide Vitale
 
 
Da Genova a Roma dietro i disastri ambientali c'è la mano dell'uomo
Dopo gli acquazzoni di quest'anno, meglio prevenire che spalare. Piogge, frane, allagamenti ormai a Roma sono un pericolo tangibile. Ci sono date che entreranno nella storia come il 31 gennaio scorso. A Roma, la pioggia cominciata nel cuore della notte è continuata per tutto il giorno allagando parecchi quartieri e distruggendo case, negozi e vetture tant'è che sono dovuti intervenire i pompieri e la protezione civile con idrovore e barconi per liberare gli isolati dall'acqua e portare in salvo molta gente. Danni non causati da Madre natura bensì dalla noncuranza: infatti i tombini mai puliti di Roma hanno fatto sì che l'acqua, anziché defluire nelle fogne rimanesse in superficie a causa di uno strato di fogliame, di rifiuti e di terra depositatasi sulle griglie. Per pulire circa 50 mila caditoie ci sono voluti ben tre milioni e mezzo di euro, il che fa pensare che se fossero state pulite prima si sarebbero risparmiati tanti danni e molto denaro. Ma non si parla solo della capitale. Anche a Genova, l'ottobre scorso si è verificata un'alluvione causata sempre per colpa dell'uomo. E' stato infatti accertato che gli argini del fiume Bisagno, che straripando ha causato l'allagamento della città, non erano stati messi in sicurezza dal Comune di Genova. Da ultimo, lo scorso 6 novembre a Roma si è verificato un terribile acquazzone. La pioggia è cominciata dal mattino e si è pian piano intensificata; nel pomeriggio si è verificata una grandinata con chicchi grandi come noci che hanno devastato piante ed alberi. Prevedendo questi avvenimenti, il prefetto di Roma, il giorno prima aveva dato mandato di chiusura delle scuole per questione di sicurezza. Alle ore 10 del 6 novembre il codice di sicurezza è diventato viola segnalando pericolo imminente, alle 18 circa il codice si è trasformato in rosso, mentre alle 20 il pericolo è diminuito, il codice è diventato arancione cosicché le autorità hanno deciso per l'apertura delle scuole per il giorno dopo. Non è passato tutto senza danni. In via Merulana, Foro Italico e Porta San Paolo, nel sottopasso di via Tiburtina e in generale in tutta Roma l'acqua ha allagato tutto, la città è diventata una piscina a cielo aperto. Ancora una volta è toccato ai cittadini rimediare, con rastrelli e scope sono dovuti intervenire in strada. Viene da chiedersi quando tutto questo finirà, quando lo Stato inizierà a prendersi cura di noi? Se continueremo così, finiremo sott'acqua.
Elena Villeggia 
 
 
I tombini otturati una delle cause degli allagamenti nella capitale
Il 31 gennaio 2014 è stato un giorno che ricorderemo per sempre. Si è verificata un’alluvione che ha distrutto case, macchine, negozi ed addirittura dei veri e propri quartieri. Tutto questo è successo per la mancata cura dell’ambiente; tombini otturati a causa delle sporcizie che vi finiscono all’interno, pendenze errate delle strade, assenza di manutenzione per gli argini dei fiumi. I tombini sono una delle cause principali degli allagamenti in alcune zone di Roma, perché man mano riempiendosi portano alla fuoruscita di tutte le cose che si trovavano al suo interno, come un vulcano in piena eruzione. Se si avesse più cura del proprio ambiente, avremmo sicuramente meno dissesti idrogeologici. A causa dell’allagamento del 31 gennaio scorso, è scattato il piano per la pulizia di tombini e caditoie: tre milioni e mezzo di euro per disostruire circa 50mila caditoie su strade. Alcune caditoie, in particolare, non erano più in grado di accogliere le acque piovane a causa dei detriti come fogliame, sabbia, terra e rifiuti che tendono a fermarsi sulle griglie.
Giorgia Magnanego
 
 
Ricordando l’11 settembre: traffico, metro allagata e alberi abbattuti. La pioggia manda in tilt la capitale
Un violento nubifragio si è abbattuto su Roma lo scorso 11 settembre provocando danni e allagamenti dall’Aurelio all’Ostiense. Forti ripercussioni anche sul traffico della capitale, congestionato in molti quadranti della città. All’EUR si è abbattuta una violenta tromba d’aria, i vigili del fuoco sono intervenuti, anche con pompe aspiranti, per gli allagamenti in strada, per gli alberi, i rami caduti e per gli automobilisti bloccati. A Battistini si è allagata la fermata della metro. Il servizio della linea A è stato interrotto e alcuni passeggeri sono saliti sui tornelli per non bagnarsi. Difficoltà anche per i voli a Fiumicino. Una decina di aerei in arrivo sono stati dirottati verso gli aeroporti vicini. Per sicurezza, durante la tempesta di fulmini, sono stati sospesi i rifornimenti di cherosene. La pioggia battente ha provocato un innalzamento del livello del Tevere, monitorato costantemente dalla Protezione Civile. Il fiume è arrivato a 7,15 metri. L’acqua ha superato le banchine ma per fortuna è stata scongiurata l’esondazione.
Ginevra Federico, Sara Pierluigi, Sofia Carcone 
 
 
 
Più cura del proprio ambiente
Se ogni persona avesse più cura del proprio ambiente e le istituzioni facessero il loro dovere, forse il problema del dissesto idrogeologico non arrecherebbe tanti danni.
Sofia Mirtella 
 
 
Più rispetto della natura
Alcune persone sottovalutano la gravità di queste piogge dovute ai cambiamenti climatici provocati dall'inquinamento che crea danni irreparabili e forti squilibri geologici. Il dissesto idrogeologico non è da sottovalutare, bisogna correre subito ai ripari per evitare danni sempre più gravi. Tutto ciò comincia sempre da una buona educazione che porta l'uomo ad avere rispetto della natura, così facendo si potrà vivere in un ambiente geologicamente sano.
Chiara Minelli 
 
 
Abusivismo e rischio idrogeologico
Causa importantissima di frane e alluvioni è la costruzione abusiva di infrastrutture su terreni a rischio idrogeologico e, se le case sono abitate, questo provoca anche molte vittime, oltre a ingenti danni.
Aldo Taggeo 
 
 
 
Meno burocrazia e più sensibilità ambientale 
Roma subisce le conseguenze disastrose dovute al dissesto idrogeologico presente su tutto il territorio nazionale, problema che, sebbene periodicamente torni a presentarsi, non sembra trovare soluzione sia per questioni burocratiche, sia per la mancanza di sensibilità e competenza nella gestione della questione.
Valerio Lidonnici
 
 
 
Manutenzione stradale contro gli allagamenti
Quando saranno assicurate le strade di Roma in caso di un altro allagamento? I cittadini attendono con ansia la risposta.
Robert