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Gio28032024

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Fatti

Ottanta ragioni per non sapere dove sono finiti gli 80 euro

ottanta euro
Dal nostro inviato a Palazzo Chigi: pennaioli di bassa levatura pare abbiano sentito dire al Premier “Ho tanta voglia di sapere dove sono finiti gli ottanta”. Escluso che il Presidente si riferisse ai mitici anni 80, esclusa l’ipotesi che nella flotta auto dei vari Ministeri vi potessero essere delle Audi 80, si è pensato che il sommo si riferisse ai famosi 80 euro.  Pare sia stata attuata una verifica presso le principali gioiellerie, pelliccerie, ristoranti di lusso, negozi di alta moda d’Italia…una sbirciatina anche ai conti estero su estero…qualche informazione nel Principato di Montecarlo…nulla, nessuno si è presentato con il sacchettino degli 80 euro.

La stessa Svizzera, solitamente cauta in certe informazioni, ha riferito che nessun nuovo conto è stato aperto. I soliti maldicenti hanno consigliato di guardare negli hard discount per verificare se vi sia stata un’impennata nel consumo di carne in scatola e fagioli borlotti ma, probabilmente, i neo paperoni, hanno distribuito la spesa nella ragione di due scatole al giorno, per sviare le attenzioni. I soliti denigratori hanno consigliato di chiedere alle mille società di prestito se rate insolute siano state pagate…raccomandando di non approfondire troppo le indagini, pena lo scoprire che il reddito in busta non è indice di benessere se gravato da finanziamenti dovuti a spese voluttuarie quali interventi odontoiatrici, scarpe per i figli, spese per la scuola, acquisto di utilitarie fantozziane in mille comode rate (ah…la numerite…) e quant’altro attiene la sopravvivenza.
Il che è bello e rateizzabile.
Fabrizio Corbera