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Gio28032024

Ultimo aggiornamento04:31:54 PM

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Cultura

Vivian Maier

Chicago August 1975
Mario ed io siamo qui, seduti uno di fronte all'altro per dare il benvenuto a tutti i lettori di Free-news.it per questa nuova puntata dell'arte da amare, silenziosamente siamo presi entrambi da pensieri artistici mentre ci scaldiamo con il nostro espresso fra le mani quando...
-Uelà coppia di morti di sonno!!
Forza gente provate ad immaginare chi ci urla dietro le spalle.
-Ma non vi siete accorti che fin ora nelle vostre chiacchierate artistiche avete 
 parlato sempre di uomini?
Mario mi guarda, io lo guardo vorremmo non parlare e quindi timidamente proviamo semplicemente a dirgli che...
-Giovanna ma che colpa abbiamo noi se Picasso, Giotto, Van Gogh etc.etc 
 sono uomini?
-E no cari amici!
Brandendo minacciosamente la stecca da biliardo.
-Forza spremete le meningi scrittori e pensatori dei miei stivali, qui ci vuole un'
artista donna!!!
Io e Mario, come presi da una allucinazione ci sembra di vedere la Giovanna vestita da corazziere con in mano una spada di fuoco!!!
-E adesso che facciamo?
-Dobbiamo pensare, documentiamoci, telefoniamo alla tua maestra delle 
 elementari.
-Un momento, ho un idea!
-Quale.
-Tempo fà lessi per caso un articolo di giornale dedicato a una fotografa 
 Americana, Vivian Maier.
-Giovanna ti andrebbe bene una fotografa?
-Sì ma fate alla svelta altrimenti vi scateno la Melita!
-Melita e chi è?
-E' un amica del mio vicino di casa, ha due spalle come un armadio 
 due mani a forma di palanca e venticinque gatti affamati!
-Ma questo è un complotto!
-Dai Mario diamoci da fare
Tornò la pace, Giovanna riprese a giocare al suo biliardo tenendo un sigaro Cubano spento fra le labbra e noi eccoci quà a parlare di Vivian Maier.
 
Vivian Maier era un'artista ma lei non lo sapeva e non lo sapeva nessun altro perchè non aveva mai esposto o pubblicato le sue splendide fotografie quasi del tutto ancora sui negativi e sulla pellicola impressa  e chiusa nei rullini al buio all'interno di scatoloni fra le ragnatele finchè per una fortuita coincidenza John Maloof un giovane Americano ne venne in possesso, rimanendone così colpito da iniziare una ricerca sulla vita di Vivian Maier, riportò alla luce tutto il materiale prodotto dalla fotografa che non era una professionista ma finalmente era giunto il momento anche se tardivo di essere riconosciuta come una grande artista.
 
I suoi scatti era dedicati a scene e personaggi di vita quotidiana fra le strade di grandi città negli anni '50 e '60 con  la sua Rolleiflex al collo alternandola alla Kodak e alla Leika, aveva perfino improvvisato una camera oscura nel bagno di casa dove sviluppava i negativi e stampava le copie, era una grande artista ma lei non lo sapeva con la sua fotocamera stretta fra le mani ingaggiava poeticamente un dialogo con le immagini attraverso un linguaggio senza bisogno di parlare, emozionata nelle emozioni e la sua bravura era altissima; le macchinette fotografiche dell'epoca mica erano digitali con l'autofocus sofisticate e facili da usare eh!
 
Vivian Maier era in simbiosi era un tutt'uno con l'apparecchiatura, caricare con dolcezza la pellicola ambrata, aprire l'otturatore, regola la messa a fuoco, per la giusta luce manualmente aggiusta il diaframma tutto con delicatezza e decisione guidata da un sentimento innato, uno scatto senza paura e la storia era stata fermata in un fotogramma.
 
Doveva fare un gran caldo in quell'Agosto a Chicago nel 1975, ho scelto per voi questa foto fra tante, non è stato facile lo ammetto mi ha colpito il colore giallo, doveva proprio fare un gran caldo quell'Estate del 1975 per le strade di Chicago e Vivian Maier era proprio lì in quel preciso momento nel quale ha fermato il tempo, io la immagino così, lei donna esile dalle  mani sfinate ma decise con il volto da donna dai modi timidi e impacciati eppure la mente è un vulcano, il cuore pulsa  fiamme di passione e poi i suoi occhi, già come posso definire gli occhi di un artista che riesce nella frazione di un secondo a cogliere l'attimo nel quale vede un signore in semi primo piano piegato nei suoi calzoni corti di colore giallo a leggere a fatica qualcosa a lui di fronte mentre alle sue spalle un signore sulla cinquantina cammina spavaldo sempre in giallo e la signora alla sua sinistra con la gonna gialla osserva curiosa l'anziano piegato che strabuzza la vista, tutti gli sguardi dei protagonisti sono indirizzati alla loro destra nessuno ha detto loro "Stop" solo l'arte di Vivian con un click aveva il potere e la magia di poterlo fare, ma sì provate voi ad inquadrare nell'otturatore della camera tre personaggi così, insieme a  passeggio su un marciapiede bollente di un Agosto del 1975, fatelo provate ma non ci riuscirete mi dispiace per voi perchè intanto l'azione sarà già terminata, l'attempato con gli occhiali si sarà alzato e magari girato, il cinquantenne avrà attraversato la strada e accesa l'ennesima sigaretta, la donna nella sua gonna gialla avrà incontrato una sua amica, invece Vivian Maier la donna che era un'artista ma nessuno lo sapeva era talmente grande da riuscire ad anticipare la sequenza, scattata la foto pronta per una nuova immagine in quell'Agosto caldo  a Chicago del 1975.
 
Se Vivian Maier fosse ora qui non ci penserebbe un attimo a ritrarre la Giovanna, il suo sguardo da valkiria con il cubano spento in bocca e perchè no anche la Melita con i suoi 25 gatti e con queste due immagini Walter Fest e la banda del bar vi saluta e saremo felici di ritrovarvi  al prossimo appuntamento artistico, in sottofondo con il solito click godetevi "Junpin'g Jack Flash" interpretata da Aretha Franklin, ciaoooo.