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Fatti

#LEAF, la notte dei ricercatori

frascati-notte-ricercatori-2021

La necessità dei cittadini di capire la scienza e la necessità della scienza di farsi capire dai cittadini camminano a braccetto al Frascati Scienza

29 nazioni, 56 progetti, lo scorso anno 2,3 milioni di visitatori. Quest'anno probabilmente di più. Gli organizzatori della Notte Europea dei Ricercatori e Ricercatrici nelle tantissime città europee coinvolte sono al lavoro per tirare le somme dell'edizione 2021, ma qualcuno già esprime il primo sorriso di soddisfazione: è stato un successo. La voglia di avvicinarsi alle scienze, di sperimentare personalmente, di capire e toccare con mano è cresciuta. Sarà anche "colpa" della pandemia e del caos mediatico mondiale che si è portata dietro, fatto sta che tra eventi dal vivo e quelli online, anche quest'anno in buona parte adottati un po' perché fino all'ultimo non si sapeva in quale situazione ci si sarebbe trovati, un po' però pure per consentire a tutti di seguire le iniziative, il pubblico è stato tanto ed ancora cresce, con le visualizzazioni di coloro che vogliono recuperare.

"Con l'edizione 2021, dopo un anno di stop, si è tornati di nuovo in presenza. Con limitazioni, con maggiore attenzione, ma in presenza - dice Matteo Martini, fisico, docente all'Università degli Studi Guglielmo Marconi e ricercatore INFN, nonché presidente di Frascati Scienza, l'associazione che per prima ha portato in Italia la Notte Europea dei Ricercatori.

"Quella di quest'anno, con il nostro progetto #LEAF, è stata veramente una festa, la festa della scienza, dei ricercatori, del pubblico e dei tanti bambini che sono venuti nei giorni della settimana - continua Martini - La pandemia ci ha insegnato ad usare la tecnologia per poter diffondere in modo più capillare i nostri eventi, e per questo continueremo ad inserire attività online anche in futuro, ma certamente le emozioni e le sensazioni ritrovate in questi giorni ci hanno fatto capire cosa ci è mancato".

Moltissimi bambini, famiglie: "Si, abbiamo avuto anche bambini molto piccoli che conoscevano solo il mondo pandemico con tutte le sue limitazioni e che solo quest'anno hanno scoperto la scuola, la socialità, le uscite didattiche e la Notte Europea dei Ricercatori. È soprattutto per loro che dobbiamo continuare a tenere alta la guardia per non riperdere queste libertà ritrovate".

Non solo per loro: "Proprio per festeggiare il ritorno in presenza, abbiamo voluto inserire eventi molto diversi per stimolare l'interesse delle diverse categorie di pubblico. Leggendo i primi dati raccolti, sono stato orgoglioso di vedere una altissima partecipazione di famiglie con bambini, certamente, ma, quest'anno è stata importante e mi ha dato grande soddisfazione soprattutto, la grande partecipazione da parte di adolescenti e giovani. Le restrizioni pandemiche hanno privato anche loro di una socialità che è aspetto fondamentale della crescita. Grazie ad un programma specifico costruito insieme a giovani divulgatori, siamo riusciti a coinvolgere maggiormente gli adolescenti con numeri mai raggiunti prima".

La ricetta di Frascati Scienza è un mix di ingredienti... "Parola d'ordine: stimolare la curiosità. E questo vale tanto per i bambini quanto per gli adulti - spiega Alessandra Della Ceca, ecologa, responsabile eventi e divulgatrice scientifica di G.Eco - Giochi, dimostrazioni, esperimenti, spettacoli: tutte le attività messe in campo da Frascati Scienza sono pensate per abbattere la distanza tra il pubblico e la ricerca scientifica e per rendere accessibili a chiunque anche le tematiche più complesse. E così i ricercatori si trasformano in protagonisti di videogiochi pronti a salvare il mondo con i loro studi, le bacchette di Harry Potter diventano lo spunto per parlare della biodiversità vegetale, le buone regole della comunicazione scientifica 'scrivono il copione' per uno spettacolo di improvvisazione teatrale e i libri di fantascienza 'danno il la' per parlare di big data... Insomma, valorizzare il lato pop della ricerca, mantenendo una grande attenzione alla qualità del contenuto scientifico è parte integrante della nostra mission".

Curiosità, trasparenza, anche un pizzico di 'normalità' anche nel linguaggio. . In quest'ultimo anno e mezzo ne abbiamo compreso un po' tutti la mancanza e l'urgenza. "La scienza deve scendere in piazza, mescolarsi tra la gente e parlarne lo stesso linguaggio. È necessario - dice Giorgia Burzachechi, giornalista scientifica e responsabile comunicazione di Frascati Scienza -. Arroccarsi nelle torri d'avorio della conoscenza non è soltanto inutile, crea danni e si perde la fiducia dei cittadini. Un anno e mezzo di pandemia ce lo ha dimostrato. "Perché lo dice la scienza" non è sufficiente: occorre trasparenza e sincerità, e soprattutto va spiegato che il progresso è fatto anche di dubbi, di discussioni, di errori e revisioni che non sono sconfitte e che anzi stanno proprio alla base del metodo scientifico. Ma soprattutto si devono interpellare le giuste fonti. Non è possibile che di pandemia abbia parlato chiunque. Questo ha contribuito a creare confusione. Il linguaggio di Frascati Scienza è efficace e coinvolgente, abbrevia le distanze tra ricercatori e cittadini, li veste con la stessa t-shirt e li porta in strada, davanti a un gelato".