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Cibo & Benessere

I Trigliceridi

birra

 

Fumo, alcool, ipernutrizione, stress e sedentarietà, nonché predisposizione ereditaria, sono tra le cause che fanno alzare il livello dei trigliceridi nel sangue, con grave rischio per le nostre arterie e per il sistema cardiovascolare. Una dieta bilanciata (occorre diminuire i grassi animali e gli zuccheri) e un’attività motoria (basta una passeggiata in bici due tre volte a settimana)  nonché uno sguardo sereno alla vita possono portare a  risultati apprezzabili, con o senza l’uso di farmaci (sono infatti controverse le opinioni scientifiche  riguardo l’utilizzo dei medicinali per la  cura dell’ ipertrigliceridemia).
  
Che cosa sono 
I trigliceridi appartengono alla famiglia dei grassi ( sono infatti molecole di acidi  grassi),  per lo più introdotti nel nostro organismo con l’alimentazione, ma in parte sono  prodotti  dal nostro  fegato e assorbiti dall'intestino. Queste molecole di grasso, una volta entrate in circolazione, possono essere usate immediatamente per produrre energia oppure costituire  una sorta di riserva di grassi a cui attingere in un secondo momento. Un eccessivo valore dei trigliceridi  può rendere il sangue meno fluido, con la  formazione di grumi e la possibilità di ictus e di altre malattie cardiovascolari.  
I trigliceridi alti (soprattutto se è l'unico parametro in mezzo ad altri valori di colesterolo normali o addirittura diminuiti) non sono da sottovalutare. Insomma la trigliceridemia determina un "invecchiamento precoce" delle arterie, con il rischio d’infarto. C'è da non perdere la testa, però bisogna controllarli con molta cura. 
La quantità di grassi presenti nel sangue rappresenta così un fattore di rischio  che chiunque abbia a cuore la propria salute dovrebbe valutare attentamente con il medico curante. Soprattutto superata la soglia di una certa età (dai cinquant’anni in su) è consigliabile sottoporsi ad un assetto lipidico (un esame che permetterà di vagliare la quantità di molecole di acidi grassi  in circolazione).  

 

I valori dei trigliceridi
 
I livelli di trigliceridi si possono così classificare:  
 
      Meno di 200 mg/dl: normali   
 
       200 - 400 mg/dl: limiti alti  
 
       400 - 1000 mg/dl: alti
 
       Più di 1000 mg/dl: molto alti 

 

I valori normali di trigliceridi vanno  dai 30-200 mg/dl, valori rilevabili con una comune analisi del sangue. Ci si sottopone a un prelievo  dopo aver digiunato per 8 ore. Nel caso in cui i valori siano notevolmente aumentati, si ripete l’esame dopo un digiuno fino a 15 ore. 
La soglia dei trigliceridi nel sangue si supera soprattutto in caso di diete  ricche di carboidrati (zuccheri e grassi), ma un aumento dei valori può anche dipendere da alcune malattie in corso come il diabete mellito mal controllato,  nei casi di alcoolismo cronico con fegato grasso,  quando si assumono regolarmente anticoncezionali orali (la pillola) e in gravidanza. 
 Al contrario, una diminuzione dei valori si verifica in casi di malnutrizione e di ipertiroidismo. 

 

IL campanello d’allarme 
Difficile capire che si soffre di trigliceridemia senza sottoporsi prima ad un’analisi del sangue, tuttavia è possibile accorgersene da questi disturbi :
 
Bocca amara
 
Frequenti capogiri
 
Sensazioni di sbandamento
 
Disturbi dell’attenzione
 
Cattiva deambulazione  
 

 Triglicedi alti, ecco la terapia 
A differenza del colesterolo, per contrastare l’ipertrigliceridemia in tanti casi basta una buona dieta, la perdita di peso corporeo, cambiare alcune cattive abitudini come fumare e bere alcoolici, nonché praticare un po’ di sport (dalla cyclette, alle passeggiate in bici al nuoto, basta una mezz’oretta due-tre volte a settimana) per sentirsi in forma e in salute, ricordando che “mens sana in corpore sano”. Un po’ di sport aiuta, tra l’altro, anche lo spirito, allontanando i cattivi stati d’animo come la depressione, l’ansia e la malinconia. Per quanto riguarda l’utilizzo dei farmaci, non c’è in campo medico una linea definitiva. Da una parte si sostiene l’importanza dell’uso dei medicinali, altri credono che si possa ridurre la terapia farmacologia ed integrarla con  una dieta più corretta, e c’è anche chi sostiene la totale eliminazione delle pillole credendo nell’efficacia di una dieta rigida, ipocalorica con molta frutta, verdura e legumi. 

 

La differenza con il colesterolo 
I trigliceridi alti, a differenza del colesterolo (un altro grasso prodotto sia dall’organismo che introdotto con la dieta alimentare), non favoriscono direttamente la formazione delle placche aterosclerotiche (responsabili del restringimento delle arterie). La trigliceridemia, pero', è spesso associata ad elevati valori di colesterolo LDL (“il colesterolo cattivo”,), e a bassi livelli di colesterolo HDL (il colesterolo buono). Per cui il dosaggio dei trigliceridi è utile per calcolare le LDL, correlate al rischio vascolare. Insomma, se un alto livello dei trigliceridi nel sangue, preso come valore assoluto, non è un indicatore preciso del rischio coronario, rappresenta comunque un  campanello d’allarme per malattie cardiache, diabete e obesità. 

 

La dieta da seguire 
Se si è in soprappeso, la prima cosa da fare è perdere  i chili in eccesso. Ma in ogni caso, la prima cosa da fare è seguire una dieta. Infatti, un calo anche modesto, ad esempio di cinque  o sei chili riduce i trigliceridi del 20%. Ecco allora la dieta da seguire: innanzitutto bisogna bandire dalla propria tavola tutti i grassi solidi quali burro, pancetta ed eliminare il grasso evidente di carni e salumi . Altresì è necessario rinunciare alle bevande alcooliche (al più è concesso un bicchiere di vino a pasto). Una quota elevata di etanolo stimola, infatti, il fegato a produrre molti trigliceridi. E attenzione agli zuccheri, sia a quelli complessi come il pane, la pasta, i grissini e crackers, sia agli zuccheri semplici (lo zucchero e i dolci). Questi ultimi, poi, sono molto più pericolosi perché vengono assorbiti velocemente. Per condire i cibi è consigliabile l’uso di una miscela di olio extra-vergine di oliva (50%) e di mais (50%). Invece, si possono mangiare con tranquillità i legumi e la verdura che, essendo ricchi di fibra alimentare, facilitano l’assorbimento intestinale dei grassi. Anche  la frutta rientra tra i cibi concessi,  ma  occhio alla frutta autunnale come fichi, uva e cachi e a quella esotica come annas e banane (i cui zuccheri si trasformerebbero subito in molecole di grasso). E a tavola, non  dimenticate di servire il pesce, questo alimento è infatti ricco di grassi insaturi che abbassano non solo il tasso dei trigliceridi ma anche il livello del colesterolo nel sangue. Tali grassi svolgono, altresì, un’azione antiaggregante piastrinica, prevenendo la formazione di trombi.  

Questa potrebbe essere un’efficace distribuzione delle proteine nell’arco di una settimana:
 
3 0 4 pasti a base di pesce a settimana
 
3 o 4 pasti a base a base di pollame
 
1 0 2 pasti a base di legumi
 
uno di formaggio
 
uno di prosciutto esclusivamente crudo
 
uno di bresaola
 
uno di coniglio  

 

La prevenzione 
Molto si può fare per evitare l’insorgenza della trigliceridemia e delle malattie cardiovascolari ad essa connesse. Innanzitutto mangiar bene, bere pochi alcoolici smettere di fumare e fare esercizio fisico. Ma per chi ne volesse sapere di più, sarà presto a disposizione degli interessati una guida di 32 pagine, tradotta in più lingue e curata dal presidente della Fondazione per la Prevenzione dell’Aterosclerosi,  il professor  Peter Schwandt. Il manualetto, che sarà diffuso in tutt’Europa, spiega come combattere i trigliceridi e cosa fare per la prevenzione. In questa campagna di sensibilizzazione saranno impegnati in prima linea i medici di famiglia.  

 
Dizionario 
Arteria: vaso elastico lungo il quale il sangue si trasferisce dal cuore ai tessuti
 
Arteriosclerosi: degenerazione delle pareti delle arterie, frequente in tarda età
 
Cardiovascolare: relativo al cuore e al sistema dei vasi sanguigni
 
Coronarico: relativo alle arterie e vene coronarie
 
Grassi o lipidi: rappresentano la forma alimentare che fornisce la massima fonte di energia per il funzionamento dell’organismo umano. Possono essere “saturi o “insaturi”. I primi sono di origine animale e sono dannosi  perché aumentano il colesterolo nel sangue. I grassi insaturi provengono dal pesce e dai vegetali e sono importanti nella dieta in quanto riducono il colesterolo nel sangue.
 
HDL (o “Colesterolo buono”): sono quelle proteine che ripuliscono le arterie dal deposito di colesterolo.
 
Ictus:insorgenza improvvisa di gravi disturbi a livello cerebrale
 
Ipertrigliciridemia: tasso elevato di trigliceridi nel sangue
 
LDL (definite comunemente “colesterolo cattivo”) : sono proteine responsabili del deposito di colesterolo nelle arterie, provocando restringimenti dei vasi e innalzando la pressione arteriosa con il rischio di trombosi.
 
Trombo: grumo di sangue entro i vasi sanguigni

Angela Francesca D'Atri
Con la consulenza del dr. Francesco Pica, medico chirurgo a Roma