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Diritti e Doveri

Giornalista oggi: quando c'invadono il campo

giornali
Che il mondo del giornalismo sia in una fase di trasformazione è cosa nota. La carta stampata, i dati lo confermano, è in caduta libera per via del sempre crescente numero di lettori che utilizzano la“rete”. Questa tendenza ovviamente ha un carattere globale. Questa rivoluzione nel rapporto tra i media e i lettori ci impone di ragionare su alcune questioni centrali come la brutta abitudine di pensare che l’informazione debba essere a disposizioni di tutti gratuitamente, per effetto della grandissima offerta proveniente dal web, e la “furbesca” condotta di chi offre lavoro “giornalistico” senza retribuzione. 

A queste due gravi 
minaccie nei confronti dell’informazione 2.0 si va poi ad aggiungere l’idea ormai molto diffusa, che “siamo e possiamo essere un pò tutti giornalisti, basta mettere bene due concetti in italiano”. Quindi, nessun rispetto per chi possiede il “tesserino”ottenuto dopo un impegno continuato e il passaggio di un esame (nel Lazio funziona così) o per chi è un“giornalista professionista”.
I social network e il web hanno dato a tutti la possibilità di scrivere e questo ha di certo garantito una maggior espressione dell’individuo, ma gli effetti non voluti (forse) sono stati quelli di far credere a tutti di poter scrivere e “competere” con chi della comunicazione prova a farne una professione. 

Diceva un giornalista precario, in sostanza, uno di noi, “ perché un istruttore Isef può come hobby aprirsi un blog e fare informazione e io non posso dopo aver fatto il giornalista part-time aprire una palestra e “rubare” il lavoro a lui? Perché il fine settimana non posso fare il tassista pur non avendo la licenza e il tassista può fare “informazione dal basso” offrendosi addirittura come corrispondente live di un evento senza pensare di creare problemi a chi con il mestiere di giornalista vorrebbe provare a viverci? “.
 
E perché ci sono “Ordini” che tutelano i propri iscritti  cavalcando l’idea che ci siano professioni come il medico, il notaio, il farmacista e l’ingegnere meritevoli di esser protette ed altre categorie di “professionisti” lasciate alla mercè di chiunque voglia tentare quella che possiamo definire “ invasione di competenza?”.
Noi crediamo e lo  diciamo a voce alta che “la democrazia è bella ma ha bisogno di regole”.
Marco Piervenanzi