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Roma e provincia

Infertilità: coppie poco informate su alternative fecondazione assistita

infertilita
La Procreazione assistita – spiega il chirurgo uro-andrologo Francesco Sasso - non è sempre unica strada per curare l’infertilità, ma maschi e coppie poco informati su terapie andrologiche. 
 
Infertilità, erezione e terza età. Questi i temi al centro del convegno “Funzione sessuale e infertilità maschile in programma il 25 Ottobre 2014, all’Auditorium Salvator Mundi International Hospital di Roma.
“La Procreazione medicalmente assistita – spiega il professor Francesco Sasso, chirurgo uro-andrologo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, promotore e coordinatore del convegno - non è sempre l’unica strada possibile per curare l’infertilità.

“Il tema – prosegue Sasso, che fa parte della Società Italiana di Andrologia, è tornato di grande attualità dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge 40 e le nuove norme in ambito di Procreazione medicalmente assistita, ma merita una corretta informazione e sensibilizzazione, perché non sempre è necessaria la via della PMA per le coppie infertili, che restano purtroppo ancora poco informate sulle potenzialità delle terapie andrologiche. 
 
“Il 35% dei casi d’infertilità – spiega ancora Sasso - ha origini maschili e in alcuni di questi, vedi nelle dispermie gravi - ovvero di alterazione dei livelli qualitativi e quantitativi dei parametri seminali necessari per fecondare - si ricorre spesso alla fecondazione assistita senza valutare adeguatamente possibilità terapeutiche alternative in ambito andrologico.”
“Se gli uomini si rivolgessero all’andrologia con la stessa attenzione con cui le donne si rivolgono alla ginecologia, potremmo prevenire e curare molte patologie maschili, a beneficio dell'uomo, e di riflesso dell'equilibrio della coppia.

 “L'andrologia - prosegue il professore - è utilissima anche alla sessualità durante l'invecchiamento. "Oggi sappiamo che l’83% dei maschi tra i 50 e gli 80 anni ha una vita ancora sessualmente attiva, con circa 6 rapporti medi al mese, ma ancora pochi uomini sanno che le disfunzioni erettili possono essere ‘campanello d’allarme’ di malattie non generali, non solo urologiche - su cui bisogna intervenire con terapie combinate."