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Roma e provincia

Santa Lucia: con Zingaretti passo in avanti ma rimane buco di 90 milioni di mancati rimborsi

Dott Luigi Amadio

 In tempi di spending review, non fa neanche notizia la chiusura di un ospedale dopo l'altro, eppure ci sono eccellenze che andrebbero salvaguardate come il Santa Lucia di Roma.

L'ospedale svolge un'attività molto importante per la ricerca traslazionale per le persone in gravi condizioni e per la riabilitazione neuromotoria. Incalzati dagli stessi pazienti, riconoscenti alla struttura, abbiamo cercato di capire le difficoltà di questo importante istituto romano conosciuto anche all'estero. Perchè salvare la Fondazione Santa Lucia? Lo abbiamo chiesto al direttore generale, dott. Luigi Amadio.
  

D. Direttore, la Fondazione Santa Lucia è una struttura di eccellenza in Italia  ad alta specializzazione per la riabilitazione neuromotoria. Facciamo un po' di  storia dell'istituto?  
R. La fondazione Santa Lucia è un istituto di ricovero a carattere scientifico dal 1992. Fin da quando ha iniziato la sua attività, nel 1960, esclusivamente di degenza per la riabilitazionione neuromotoria cioè per le persone paralizzate, per quelle che hanno subìto amputazioni e per le altre che hanno avuto lesioni cerebrali, svolge un'attività di ricerca e di assistenza molto importante. E' il quinto istituto in assoluto  come produttività scientifica su riviste internazionali. E' un ospedale molto noto sia in Italia che all'estero. Il 20% dei pazienti  che vengono ricoverati arrivano da altre regioni, ne arrivano anche di provenienza da paesi esteri per gli italiani  che hanno avuto incidenti o malattie fuori. La Fondazione, oltre alle attività di ricovero, svolge un'intensa attività a livello ambulatoriale, e quindi in aggiunta ai 325 posti letto di degenza ci sono almeno altre 300 prestazioni giornaliere ambulatoriali di riabilitazione. Poi ha un poliambulatorio spiecialistico che eroga prestazioni tra le varie branchie come neurologia, oncologia, chirurgia,  oculistica. Effettua analisi cliniche e ha moderni apparecchi di risonanza magnetica nucleare. I dipendenti sono circa 750 e 300 sono le persone dipendenti di altri enti che quotidianamente prestano attività qui da noi come imprese di pulizie, imprese specializzate per la manutenzione etc. Possiamo dire che un migliaio di persone al giorno prestano attività lavorativa presso il Santa Lucia. In 54 anni di attività, abbiamo ricoverato tantissimi pazienti che rimangono molto legati alla struttura e da sempre l'hanno supportata essendole grati per le prestazioni effettuate da operatori molto qualificati. Questa è la vera forza, la vera ricchezza della Fondazione.
 
 D. Oggi avete problemi che minano la sopravvivenza dello stesso ospedale. Ce ne vuole parlare? 
R. Da circa sette anni abbiamo problemi con la Regione perché sono sono stati introdotti dei decreti che minavano l'alta specializzazione. Abbiamo fatto ricorso  e siamo arrivati fino alla pronuncia definitiva del Consiglio di Stato che ci ha dato ragione. Nonostante questo la Regione, a tutt'oggi, non sta rispettando integralmente le disposizioni contenute nella sentenza definitiva del Consiglio di Stato, quindi ci sono vari problemi di tipo economico. Abbiamo un buco di mancati rimborsi delle prestazioni di questi anni di almeno 90 milioni di euro. E poi ci sono problemi legati ai vari tentativi delle amministrazioni regionali che si sono succedute di dequalificare la struttura. Dobbiamo dire che, in in questi giorni, da parte del presidente Zingaretti c'è stato un segnale che ci ha fatto piacere, è un passo  in avanti e speriamo che non si fermi a questi primi provvedimenti e si vada avanti nei tempi dovuti, così come previsto dalle leggi e dalle sentenze del  Tribunale affinchè la fondazione possa continuare ad operare. E' già un miracolo che abbia operato fino ad adesso,  perchè i rimborsi sono inadeguati rispetto alle  spese  e alle prestazioni che l'istituto eroga.
 
 D. Perchè salvare il Santa Lucia? 
R. Il Santa Lucia è a livello regionale, nazionale ed europeo una struttura che dà prestazioni particolari molto elevate e si rivolge a un'utenza  di pazienti gravi da riabilitare. Riconosciuta  oltre che dai pazienti anche da vari enti qualificati di ricerca  e di assistenza, fuori regione e anche all'estero. Sta svolgendo un'attività molto importante per la ricerca traslazionale e poi anche un'attività di formazione del personale sanitario. Poi c'è l'attività sportiva, facciamo fare sport  come terapia a tutti i degenti. Tra ex degenti e altre persone selezioniamo un gruppo che partecipa dal 1960 alle competizioni internazionali riportando grandi successi. Abbiamo recentemente vinto la coppa Italia Cantù, siamo in semifinale nel campionato di pallacanestro  e nel nuoto abbiamo avuto ottimi risultati, lo stesso con il ping pong. Anche sotto questo aspetto, il Santa Lucia si è resa promotrice di attività in favore dei disabili che sono di alto beneficio.
 
D. Con meno soldi che entrano, il rischio è che non vengano tutelati i diritti dei cittadini. Qual è la vostra prossima mossa in Regione? 
R. Noi non dobbiamo estorcere “nulla”, perchè tutto quello che chiediamo ci è dovuto in forza di legge e di pronunciamenti definitivi della magistratura. Abbiamo insistito da anni e insistiamo che vengano rispettate le regole. Non vogliamo fare delle regole nostre, chiediamo che vengano rispettate queste. Fino ad adesso però abbiamo avuto a che fare con amministrazioni che tutto hanno fatto tranne che rispettare queste regole. Debbo dire che se continuano i passi che sta facendo adesso il presidente Zingaretti, siamo rincuorati. C'è un grosso lavoro da fare, bisogna  superare le incomprensioni  che si sono verificate in questi anni, però credo che il presidente Zingaretti abbia presente la grande utilità  e il grande servizio che la Fondazione e i suoi dipendenti rendono ai cittadini del Lazio. Credo ci sia un interesse superiore a preservare queste esperienza e di non farla finire alle ortiche.
 
 D. In tema di spending review, cosa vi sentire di suggerire agli amministratori locali costretti a fare i conti con un bilancio sanitario in rosso? 
R. La spending review così come impostata non serve a nulla. In via privata quasi tutti i politici dicono che la spending review è una misura che dà un'immagine nel brevissimo periodo, però, in realtà  non serve perchè non intacca i meccanismi di spesa perverse che fanno aumentare gli sprechi, le inefficienze,  le ruberie. La soluzione è senz'altro quella della programmazione. Ogni famiglia come cellula base dell'economia, quando c'è una contrazione di reddito non taglia tutte le spese in modo uguale  ma fa  una scelta, decide quali continuare  e quali spese ridurre.
 
D. Siete fiduciosi nel futuro? 
R.Stiamo lavorando perchè le esperienze accumulate e la grande professionalità dei nostri dipendenti dimostrate in tanti anni di attività non vadano  disperse, e la fiducia  che i pazienti hanno nei confronti della struttura possa continuare, e possa durare questa attività che è di beneficio per la collettività. Stiamo lavorando per questo, stiamo facendo di tutto per non far degenerare una situazione che oggi é del tutto insoddisfacente. Siamo pagati in maniera inadeguata, anche secondo quanto appurato da un commissario ad acta  nominato dal Consiglio di Stato. Non chiediamo qualcosa di stravagante, stiamo chiedendo il giusto, dobbiamo avere fiducia e ce ne vuole davvero tanta.
 
 Angela Francesca D'Atri