Cultura

“Selene. Storia di follia, d’amore e di spettri”

Selene

Con una narrazione fluida, moderna, attenta e riflessiva l'autore Luca Giribone ci porta a scoprire un intreccio giallo, gotico e sentimentale che appassiona e coinvolge il lettore, incollandolo alla lettura fino alla fine. Lo scrittore descrive e scoperchia, con delicatezza e abilità, la miseria umana della follia

 

L'intervista

Benvenuto Luca tra le nostre pagine, ci presenti il suo romanzo:
Credo si possa descrivere "Selene. Storia di follia, d'amore e di spettri" come un mistero da risolvere a partire da tre punti di vista completamente differenti ma complementari, tre personaggi che ruotano attorno a un fantasma e a un luogo affascinante e terribile, l'ex manicomio di Quarto dei Mille, a Genova. Il tutto permeato da una straordinaria storia d'amore che vuole sfidare la distanza e la morte.

Selene è un mix tra giallo ed esoterismo giusto?
Possiamo certamente dire così, ma per cogliere il cuore di questo romanzo, dobbiamo pensare alla radice di un genere che sta tornando a popolare gli scaffali delle librerie e il cuore di lettrici e lettori, dopo aver vissuto una primavera incredibilmente vitale nei secoli scorsi. Parlo del Gotico, che possiamo in questo caso declinare in Gothic-Fantasy, alla luce della doppia anima di questa storia.


La location del suo romanzo sono luoghi realmente frequentati/vissuti?
Lo sono, e rivestono un'importanza determinante all'interno della nostra storia, con particolare riguardo a quella sanitaria. Parliamo dell'ex ospedale psichiatrico di Quarto dei Mille, quasi centocinquant'anni di vita, un enorme complesso architettonicamente splendido, tutt'ora in parte abbandonato, che è stato ricettacolo dei disperati di tantissime generazioni, rifugio per i reduci di guerra traumatizzati, lager nel quale venivano rinchiusi molti di coloro che venivano considerati "diversi" e, naturalmente, coloro che erano affetti dalle più disparate patologie mentali. Ma è anche stato il luogo nel quale la rivoluzione è nata: quella che ha condotto al miglioramento progressivo della vita dei pazienti e, attraverso la legge Basaglia, pensata proprio fra queste mura, alla chiusura definitiva dei manicomi. Quella di Quarto è una storia che dovevo assolutamente raccontare.


Il suo libro ha una scrittura romanzata o sono eventi successi e che ha voluto narrare?
Ho cercato di mantenere la potenza del messaggio di coloro che, in anonimo, hanno tracciato la quotidianità affascinante e orribile del manicomio, ma insieme di costruirvi intorno una narrazione di fantasia rivolta al grande pubblico. Una storia d'amore e una caccia ai fantasmi, per ricomporre le tessere di un puzzle che
potremmo definire un thriller a tinte scure, illuminato dal sentimento più potente: l'amore.


Lei è sempre stato un artista. Quando ha iniziato a scrivere e da dove arriva la sua passione per la scrittura?
Scrivevo già da bambino, negli anni Ottanta, su una vecchia Olivetti. Scrivevo e leggevo con una passione e una costanza quasi feroci, che a posteriori riesco a leggere solamente come amore profondo per i libri e per i mondi che sono capaci di evocare. La lettura animava la scrittura e viceversa. E così è, per me, ancora oggi.

Parlando del suo libro come le è venuta l'ispirazione per scriverlo?
Sono incappato quasi per caso nell'universo di questo luogo incredibile, l'ex manicomio di Quarto. La storia è nata da sola. Io ho solo dovuto tradurla in parole. 

Ha già in cantiere un altro progetto?
In realtà più di uno, ma la prima sfida a cui sto dedicando anima e corpo portaancora l'etichetta di Fantasy Gotico, con uno sfondo storico anche in questo caso importante. Un progetto che mi sta monopolizzando ogni energia e passione e che spero davvero possa arrivare alle librerie di tante lettrici e lettori.