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Gio18042024

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Spettacolo

Paolo Benvegnù in concerto al Black Out di Roma

paolo-benvegnùEntro con leggero anticipo al locale (il Black Out, su via Casilina) e mi accorgo che è semivuoto. Con il Circolo degli Artisti chiuso con i sigilli della polizia, il Black Out può veramente diventare il punto di riferimento per il panorama indie dentro il raccordo. Ordino qualcosa al bancone col terrore che la serata sarà sottotono. “In fondo è un mercoledì sera”, mi dico. Poi piano piano lo spazio si riempie, ma senza oltrepassare i tre quarti della capienza.
 
Mi guardo intorno e vedo che ci sono moltissimi musicisti, artisti del sottobosco romano e non solo e numerosi giornalisti, fotografi e quant’altro, segno del fatto che Benvegnù è un riferimento, ma soprattutto per chi con la musica ha dimestichezza, o per chi la vive con un rapporto privilegiato e, in qualche maniera, osmotico.
Penso che deve essere bello essere considerato un caposaldo dal pubblico più esigente, ma al tempo stesso questo scollamento dalla massa di fruitori musicali, vuol dire che necessariamente l’ambiente culturale musicale italiano non funziona, ha delle falle evidenti che impediscono di diffondere la freschezza musicale. Sia ben chiaro, la freschezza è nelle idee, nell’esecuzione, nell’energia; nell’epoca dei talent c’è una grande immissione di nuove forze, ma sono mosse da un mercato fossilizzato sulle solite strutture. Cambia il modo in cui la musica viene trasmessa, chi la interpreta, ma non la musica (che poi dovrebbe essere la cosa più importante).
 
Paolo Benvegnù è colui che ha segnato una svolta nel panorama cantautoriale italiano, ha segnato un cambiamento profondo e incontrovertibile, non facendo sperimentalismi ai limiti della sopportazione, tutt’altro, Benvegnù continua sulla linea forma canzone evolvendola e dando prova di una sensibilità e di una creatività enorme.
Il suo ultimo album Earth Hotel, è un lavoro che mette insieme molti aspetti del suo passato pur esplorando sonorità e ritmiche nuove. Il tour che attualmente lo vede in giro per l’Italia è di supporto proprio al suo nuovo lavoro; il quintetto sul palco propone prima quasi tutte le tracce dell’album per poi passare ai brani più vecchi (come al solito con qualche variante). L’esecuzione è intensa, la band suona come se si trovasse di fronte ad una folla oceanica, l’energia si diffonde e per il tempo del concerto si è catapultati in un “Pianeta Terra” che è diverso da quello che conosciamo , perché al centro dell’universo di Benvegnù, fatto di tonalità baritonali e tenorili, di sfumature della voce e dei suoni e soprattutto di parole e immagini. Forse è un concerto, forse è un viaggio, di sicuro è sempre un’esperienza. 
Nicholas Ciuferri