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Lun15042024

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Cultura

Dalì: "La persistenza della memoria"

La-persistenza-della-memoria-Salvador-Dali
L'ARTE DA AMARE
 
Drinn, drinn, drinn...
Devo ricordarmi di cambiare la suoneria del telefonino con un pezzo di musica rock!
-Ciao Walter
-Ciao Kate
-Walter che ne dici per la tua "Arte da amare" di parlare di Salvador Dalì?
-Mhh entriamo nel subconscio? Potrebbe uscire un discorso complicato, hai già 
 pensato a quale opera?
-Sai ritengo che i giovani conoscano molto poco Dalì, per lo più seguono le mode del 
 momento e solo vagamente la sua arte, potresti descrivere " La persistenza      
 della memoria" .
 -A breve dovrei incontrare Mario il mio consulente in serata, ultimamente mi parla sempre di 
  Giotto, ma se gli dico che l'artista di oggi mi è stato suggerito da una cara amica
  forse la smetterà di brontolare!
 
Ok, let's go! Salvador Dalì, classe 1904, Spagnolo, bizzarro, stravagante, eccentrico, egocentrico, star surreale del movimento dei Surrealisti, personalità fortemente al confine fra realtà e follia, talmente bravo da passare dalla pittura alla scultura alla scrittura alla fotografia alla tecnica cinematografica, in una parola sola un genio dell'arte, l'opera che abbiamo ora davanti è "LA PERSISTENZA DELLA MEMORIA" ma proviamo a dimenticarci del titolo, immaginiamo di non saperlo, non voglio farmi condizionare e facilitare la descrizione, proviamo a guardarlo usando la nostra fantasia, l'opera è di piccolo formato un olio su tela 24X33, pochi centimetri più grande di un normale foglio A4, eppure sembra molto più grande, le forme dipinte vanno in fuga verso un orizzonte lontano e sconfinato che fa allargare il campo visivo lontano, lontano fino al nulla, all'orizzonte solo silenzio non si muove una foglia, in un quadro così piccolo l'artista ha simboleggiato la grandezza dell'esistenza, la velatura d'azzurro attira lo sguardo ma viene sovrastata dal marrone intenso della terra e dagli arancio misto all'ocra di tutto il resto inquadrato, c'è un tourbillon di forme ma tutto sembra essersi fermato, dal basso dell'opera dà il via il primo degli orologi chiuso a pendolo color rosso pomodoro è fermo ma  accende la danza delle formiche sul tic-tac del tempo che passa da un orologio chiuso a pendolo all'altro con sopra la mosca che è meglio lasciare in pace ferma sulle lancette del quadrante stondato nella forma fuso e deformato sul bordo della struttura geometrica, wow!
 
Tutto è fermo straordinariamente in movimento, ecco che dall'albero celeste  colorato di luce riflessa si sporge l'unico ramo forte a sostegno del terzo orologio squagliato come una musicassetta lasciata in macchina sotto i raggi del sole, totalmente arreso e proteso verso la scogliera a picco fra mare e cielo e io che la guardo vorrei dalla cima come Icaro librarmi in volo indietro nel tempo per rivedermi quando bambino correvo con una bicicletta senza freni, sotto l'albero sulla nuda terra rimane l'ultimo orologio sciolto sopra una forma incompleta, bianca di tonalità somigliante a una fronte umana, un occhio, un naso appena percettibile, tutto sfumato nella la materia come un labile pensiero, abbiamo tutti dentro la nostra testa un orologio che scandisce il tempo, il passare dei ricordi nella mente che spazia senza limiti superando la barriera del tempo, la nostra mente che  nel sonno lavora giocando con i sogni fra visioni al di fuori della nostra volontà, davanti a quest'opera  potrei sognare di andare dritto verso l'orizzonte di Dalì e salire su una nave, chiudo gli occhi provo ad immaginare.....
 
BOING!!..un rumore sordo assomigliante a legno su legno, qualcosa mi rotola vicino spezzando l'incantesimo.
 
-Uè pirla per favore ridammi la pallina!
Azz! è Giovanna la Milanese che gioca a biliardo!
-Forza che aspetti! (sibilando con autorità)
-Veramente stavo parlando di Salvador Dalì
-Salvador Dalìì..ah e chi è?
-Dai dopo te lo spiego
Gli porsi la pallina che con un colpo maldestro Giovanna aveva fatto saltare fuori del biliardo.
-Giovanna, vedi, potresti considerare Dalì un sognatore del passato
-Un sognatore del passato?...ma và a dà via i ciap che è le bel che mort, parlate invece di Nino, un giovane artista mio vicino di casa, me piaseno un sacco i suoi colori.
-Un giovane artista, Mario tu che dici?
-E che ti posso dire, guardiamolo in faccia e poi decidiamo.
Bene, prima che Giovanna smoccoli ancora Walter Fest chiude questo pomeriggio surrealista, con il solito click vi consiglio di ascoltare "Fantasy" degli Earth, Wind & Fire con il quale salutiamo tutti gli amici in linea, a risentirci al prossimo artista ciaoooo.