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Spettacolo

L’arte del fischiare di Elena Somaré

Elena Somarè06Fischiare è un’arte. Riuscire a integrare questo suono insolito con quello degli strumenti, come fosse il cantato di un brano, richiede una tecnica e un controllo che per Elena Somaré sembrano essere le cose più naturali del mondo. Fotografa e regista, da tempo ha messo a frutto questo innato dono, che ora condivide nel suo album “Incanto”, in uscita il 29 aprile e distribuito da Audioglobe.
 
L’8 e 9 luglio, in occasione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, Elena presenterà alcuni brani del nuovo album nello spettacolo di Maddalena Maggi, “Volario”, assieme a Iaia Forte. 
 
E sembra proprio un canto, questo fischio che suona come una magia, destando la curiosità di chi ha sempre creduto che l’ispirazione al fischio fosse prettamente maschile, relegata a spettacoli di facile intrattenimento. Un’impresa difficile, quella di mettere al centro un suono così semplice e rarefatto che, più della voce stessa, sfrutta il corpo come cassa di risonanza.
 
“Caruso”, “Passione”, “Tu si ‘na cosa grande”, sono alcune delle melodie immortali che l’artista ha scelto d’interpretare. Il cuore dell’album è la grande musica italiana, in particolare napoletana, dal 1500 a oggi, proposta in una veste finalmente inedita.
 
  
Un disco per fischio, arpa classica e paraguaiana, violino e violoncello, clavicembalo e pianoforte, chitarra e tamburello. Tutti strumenti al servizio, armonicamente, dell’interpretazione fischiata. Operazione delicata e fascinosa, e anche sfida, raccolta dall’artista paraguaiano Lincoln Almada, che del disco è direttore artistico, e da alcuni grandi musicisti della scena classica, barocca, ma anche popolare, come il clavicembalista Guido Morini, l’arpista classica Sara Simari, il violoncellista Sandro Meo, il percussionista Arnaldo Vacca, il chitarrista Mauro di Domenico e la violinista Rossella Croce.
 
 Storia e tradizione non hanno reso la vita facile a questa forma di espressione artistica. Il fischio era identificato come la voce del diavolo, non a caso nel Mefistofele, di Arrigo Boito, il diavolo in persona entra in scena fischiando. Eppure qualcun altro, a rompere gli schemi, c'è stato. Spesso delle donne: l'italiana Daisy Lumini, cantante, compositrice e "solista di fischio", ma, prima di lei, l’americana Alice Show, che tra Ottocento e Novecento, incarnando la rivolta delle suffragette, lasciò il marito e girò il mondo da solista del fischio, portando con sé i suoi tre figli. 
 
“Dicono che sia molto difficile mantenere una buona intonazione quando si fischia, come stare in equilibrio sulla corda tesa”, racconta Elena Somarè, “Invece per me è come camminare, lo faccio fin da piccola senza che nessuno me l’abbia insegnato. Per me è un piacere, una valvola di sfogo, è come suonare con la bocca chiusa, in segreto”.
 
Già a 6 anni fischiava le arie delle opere davanti agli amici della madre, ma il pubblico lo incontra solo  qualche anno fa, quando un’amica, Ada Montellanico,  a Roma, la invita sul palco dello storico Alexanderplaz. Dopo sono successe molte cose: il Piccolo Teatro di Milano, il Reial Cercle Artistic di Barcelona, l’Auditorium Parco della Musica e il Teatro Sistina di Roma.
 
Nel febbraio 2011, con il patrocinio del Comune di Roma, nella Casina di Raffaello di Villa Borghese, Elena inaugura “Il fischio magico”, una grande mostra personale multimediale per la quale realizza il suo primo compact disc, che viene ascoltato nelle sale dove sono esposte le sue fotografie e proiettati i suoi video.
 
Nello stesso anno, nell’antica biblioteca dei Gesuiti “Sala della Crociera”, inaugura la XIII Settimana della Cultura, con una mostra personale antologica e un concerto per fischio, tiorba ed arpa.
 
A Gennaio 2013 per “i concerti di Palazzo Mezzabarba” si esibisce nella sala consiliare del Comune di Pavia con un concerto per fischio e arpa rinascimentale. Per due volte inaugura il Festival Capalbio Libri.
 
 
Ora tutto è pronto perché il suo fischio “incanti” altri e nuovi palcoscenici.