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Ambiente

Nel 2017 l’Italia ha sofferto la sete, secondo anno più “secco” dal 1961

SNPA presenta il Rapporto “Gli indicatori del clima in Italia nel 2017”
 
La caratteristica prevalente del clima in Italia nel 2017 è stata la siccità, che ha interessato gran parte del territorio nazionale, causando gravi problemi di gestione delle risorse idriche in molte regioni. Con una precipitazione cumulata media in Italia al di sotto della norma del 22% circa, il 2017 si colloca al 2° posto, appena dopo il 2001, tra gli anni più “secchi” dell’intera serie dal 1961.
Con un’anomalia della temperatura media di +1.20 °C, il 2017 - a livello globale sulla terraferma - è stato il 3° anno più caldo della serie storica dopo il 2016 e il 2015; in Italia il valore è, invece, di +1.30°C e colloca il 2017 al 9° posto dal 1961. 

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente – SNPA rende disponibile online sul sito dell’ISPRA il XIII rapporto “Gli indicatori del clima in Italia” (www.isprambiente.gov.it). Il documento illustra l’andamento del clima nel corso del 2017 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia. Il Rapporto è frutto di dati, statistiche, indici e indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA, www.scia.isprambiente.it), realizzato dall’ISPRA in collaborazione e con i dati degli organismi titolari delle principali reti osservative presenti sul territorio nazionale.

Le temperature in Italia, il 2017 nel dettaglio.
Nel mese di gennaio dello scorso anno, le temperature sono state mediamente più basse della norma; da febbraio ad agosto, invece, il clima è stato nettamente più caldo della norma ovunque, con punte di anomalia media mensile nel mese di marzo al Nord (+3.72°C) e di giugno al Centro (+3.82 °C) e al Sud e sulle Isole (+3.13 °C).
Fino al mese di agosto compreso, il 2017 ha rappresentato l’anno nettamente più caldo di tutta la serie storica, con un’anomalia media nazionale negli 8 mesi di quasi +2 °C.
Su base stagionale la primavera (+2.0 °C) e l’estate (+2.8 °C) del 2017 si collocano al secondo posto tra le più calde dell’intera serie storica, dopo quelle del 2003. Viceversa, in inverno e in autunno la temperatura media è stata solo debolmente superiore ai valori stagionali di riferimento 1961-1990. Ancor più che negli ultimi anni, l’anomalia della temperatura massima è stata più elevata di quella della temperatura minima.
Anche la temperatura superficiale dei mari italiani è stata sempre superiore ai valori climatologici normali, con un picco di anomalia nel mese di giugno (+2.2°C). Il valore medio annuale di anomalia colloca il 2017 al 6° posto della serie dal 1961.
Le deviazioni dalla media climatologica, più forti nelle stagioni estiva e primaverile e più deboli in quelle invernale a autunnale, si riflettono anche nell’andamento degli indici degli estremi di temperatura. Nel corso dell’estate 2017 sono stati registrati numerosi record di temperatura massima assoluta: circa un quarto delle stazioni della rete sinottica nazionale, che dispone di serie temporali sufficientemente lunghe e complete, ha superato i precedenti valori record e per 8 di esse si tratta di temperature maggiori o uguali a 40°C. L’indice rappresentativo delle onde di calore, con un’anomalia positiva di circa +23 giorni nell’anno, colloca il 2017 ai primi posti della serie dal 1961, sebbene a distanza dal 2003. Viceversa, il numero di giorni con gelo, sebbene comunque inferiore al valore normale come negli ultimi 22 anni, nel 2017 ha registrato un’anomalia negativa tra le più deboli degli ultimi 10 anni, a conferma di una stagione invernale solo poco più calda della norma. Sia per il numero medio di notti tropicali, cioè con temperatura minima maggiore di 20°C, che per il numero medio di giorni estivi, cioè con temperatura massima maggiore di 25°C , il 2017 si colloca ai primi posti della serie dal 1961, a conferma delle forti anomalie positive di temperatura che hanno caratterizzato le stagioni primaverile ed estiva.

Precipitazioni, le località dove ha piovuto meno e le anomalie nel 2017.
Fino al mese di novembre la precipitazione media nazionale del 2017 risultava la più bassa dell’intera serie storica. Le precipitazioni vicine ai valori climatologici normali negli ultimi due mesi dell’anno hanno attenuato l’entità dell’anomalia media annuale e portato il 2017 al secondo posto tra gli anni più secchi, dopo il 2001.
Le anomalie annuali negative più marcate (fino a -70% circa) si registrano sulle regioni nord-occidentali e sul medio versante tirrenico.
Su base stagionale, con un’anomalia media di circa -50%, l’estate dello scorso anno è stata seconda solo a quella del 1985, mentre la primavera, con un’anomalia media di circa -35%, è stata la terza più “secca”, dopo il 1997 e il 2003.
Nell’intervallo 1961-2017 i valori medi nazionali delle precipitazioni cumulate risultano in leggera diminuzione ma non risultano tendenze statisticamente significative su base annuale, né su base stagionale.
La forte siccità che ha caratterizzato il 2017 è confermata anche dall’andamento dell’umidità relativa: con un’anomalia media in Italia di -5.1% rispetto al valore climatologico normale 1961-1990, il 2017 è stato l’anno meno umido dell’intera serie dal 1961, staccando il precedente record del 2003 (-3.9%). Le anomalie di umidità relativa più marcate sono state registrate nei mesi estivi, con una punta di -16% circa ad agosto al Centro Italia.
Il numero di giorni asciutti, cioè con precipitazione inferiore o uguale a 1 mm, è stato generalmente molto elevato con punte di 343 giorni a Capo Carbonara (CA), 340 giorni a Capo Bellavista (NU) e 339 giorni a Catania Fontanarossa; valori di circa 330 giorni si registrano anche in alcune località della Maremma.
L’indice rappresentativo del numero massimo di giorni asciutti consecutivi nell’anno ha fatto registrare valori molto elevati, in particolare nella  Sicilia occidentale (fino a 158 giorni asciutti consecutivi) e nella Sardegna sud-orientale (da 120 a 130 giorni asciutti consecutivi).
Nonostante il carattere marcatamente siccitoso del 2017, anche stavolta non sono mancati eventi estremi con precipitazioni intense di brevissima, breve e media durata. I valori più elevati di precipitazione giornaliera sono stati registrati l’11 dicembre in provincia di Genova, con una punta massima di 469 mm a Cabanne (GE). Le massime precipitazioni orarie sono state invece registrate il 10 settembre in occasione di eventi temporaleschi molto intensi e hanno raggiunto valori di circa 120 mm/ora su alcune località della provincia di Livorno e di circa 110 mm/ora in provincia di Roma, circa 20 km a sud della capitale.