Ambiente

Il caso del gassificatore di Albano Laziale

 Non c'è pace ad Albano per quanto riguarda il caso dell'inceneritore, un tira e molla che va avanti da anni. Adesso la questione è approdata al Ministero dello Sviluppo Economico, dove lo scorso 15 novembre una delegazione del Movimento No Inc ha incontrato, per la seconda volta in pochi mesi, le responsabili del settore Energie Rinnovabili del Ministero dello Sviluppo Economico: la Dr. Rosaria Fausta Romano e l’Avv. Maria Grazia Fusco. Le due funzionarie dovranno al più presto pronunciarsi se considerare ancora validi i termini per la costruzione del termovalorizzatore di Albano, o al contrario decaduti il 31 dicembre 2008 come previsto dalla Legge (n. 244 del 2007). Da questa decisione dipende l’assegnazione o meno dei circa 500 milioni di euro a favore del consorzio Co.E.Ma. (Pontina Ambiente di Manlio Cerroni, Acea ed Ama). La domanda è sempre quella: si fa o non si fa? I cittadini dicono no al termovalorizzatore voluto dalla vecchia amministrazione regionale guidata da Marrazzo che aggiungerebbe problemi a quelli che già ci sono in termini di rischi ambientali e di salute per gli abitanti di Albano e dei comuni limitrofi. La scorsa estate la vicenda è approdata in Senato con una doppia interrogazione firmata da 25 parlamentari del Movimento Cinque Stelle in cui si chiedeva l'intervento del Ministro all'Ambiente Orlando e di quello alla Salute Lorenzin. Il Movimento Cinque Stelle di Albano Laziale sostiene che il cantiere non partirà, pronto a continuare la battaglia perché vinceranno i cittadini. Dal canto loro i cittadini, come testimoniano i fatti, non sono disposti ad arrendersi, basta ricordare la loro massiccia presenza alla manifestazione di protesta dello scorso aprile. In migliaia sono scesi in piazza per dire "No all'inceneritore" dopo il pronunciamento del Tar del Lazio che respingeva la richiesta di sospensiva del cronoprogramma della Regione Lazio e che di fatto dava l'avvio al cantiere per la costruzione dell'impianto.