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Mar16042024

Ultimo aggiornamento05:19:51 PM

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Spettacolo

La storia di Matteo Salvatore raccontata da Sergio Rubini

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 Rubini dà vita ad un viaggio tra le parole e la musica del cantastorie pugliese, poeta degli “ultimi”, che con le sue ballate ha raccontato se stesso e la sua quotidianità.

Dalla sua terra lui rubò tutto: il bianco pudore dell’ignoranza, la capacità di non mollare mai e la forza di rinascere ogni giorno e mille volte ancora. La miseria nera e la fame che accompagnarono tanti, troppi anni della sua vita, sono linee parallele che Sergio rubini abbandona ai ricordi, come chimere raggiunte e ritrovate, sognate e malcelate.

Matteo Salvatore cominciò a scrivere le sue canzoni su commissione, quasi per convincersi che quella poteva essere la strada giusta per portare al suo stomaco “Maccaroni e carne pe’ putè ballà”. Con il passare degli anni la sua opera passerà dal grande affresco di povertà e dolore al benestare di un’agiatezza forse malgestita. Le sue ballate vivranno una continua ricerca di melodie e poesia composta con il candore di chi non aveva mai conosciuto il piacere di scrivere, ma sempre saputo interpretare la forza delle parole.

Versi che brillano di una bellezza sofferente, di una straziante realtà che spesso si mischia alla follia. Gli anni passati in carcere per l’uccisione della sua compagna Adriana nel 1973, non gli tolsero la voglia di ricominciare, di ritrovare la gente per mettere ancora in piazza la sua forza, il suo talento di cantastorie. Sergio Rubini racconta la vita del folk-singer senza tralasciare moralismi e giudizi, sottolineando i momenti che gli regalò il destino, il bene voluto ai suoi pochi amici e cercato sempre il sorriso di una donna. 

“Il Sud va ricostruito per le parti in comune, non per le differenze - ha detto Rubini– in questo reading non pongo attenzione sulla ricostruzione del dialetto foggiano nella sua perfezione, ma a una lingua con una forte connotazione meridionale, comprensibile, tanto da farsi capire da tutti. È un dialetto tra l’originale e il deviato. È l’amore per la mia Puglia”. Durante lo spettacolo, la riflessione, per le condizioni di un Meridione martoriato dai problemi della fame, delle malattie, dell’emigrazione, dello sfruttamento, viene alternata all’ ”ironia indotta” con cui questi problemi vengono affrontati. Si riflette su un Meridione che forse non c’è più.

Da prima della guerra, con la fame e la povertà più assoluta, del post periodo bellico fino alla lenta ripresa economica che certamente faticava a passare da Sud. Tutto questo rappresentato su un palcoscenico minimale, a dare il senso della semplicità del personaggio protagonista, con un giradischi al centro della scena, un leggìo, l’orchestra e una scrivania appena illuminata da una fioca lampadina.. “Lo spettacolo si sviluppa attraverso la raccolta di materiali relativi alla vita di Matteo Salvatore – incalza Rubini – concentrati nel libro-intervista scritto dal suo stretto collaboratore Angelo Cavallo,”La luna aggira il mondo e voi dormite”. Da qui gli autori di questo spettacolo hanno avuto l’opportunità anche di conoscere l’intero mondo affettivo del cantastorie. È uno spettacolo autentico con delle musiche riviste e arrangiate da Umberto Sangiovanni e la DauniaOrchestra, che con questo Cd hanno raggiunto la finale del Premio Tenco”.
 
 
 
Sergio Rubini Voce recitante

Umberto Sangiovanni Pianoforte e composizioni

Marta Colombo Voce
e percussioni
Dario Piccioni Basso
 
Teatro Ghione - Roma
il 25 e 26 marzo