Diritti e Doveri

Dalla diffamazione all'informazione libera

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L'Italia è un paese strano. Siamo liberi ma non troppo. Forse, per colpa di quel retaggio culturale che ci portiamo dietro dai famosi anni del fascismo, quando circolavano le cartoline con quel prezioso consiglio: “Tacete il nemico vi ascolta”.

Il nemico ci ascolta è vero. Poi, noi giornalisti, anche se non siamo tutti uguali, dobbiamo stare molto attenti perchè scrivendo, oltre a compromettere la vita delle persone, rischiamo di finire in carcere per diffamazione. Anche se è notizia delle ultime ore che la Corte di Cassazione,  con una sentenza, ha esortato a non infliggere la galera al giornalista, ma solo multe nel caso di una tale condanna. E poi ci lamentiamo che  i giornali scrivono tutti gli stessi pastoni? Senza tralasciare che il giornalista deve sempre sottostare al potere dell'editore che controlla le informazioni, a riprova di ciò il caso eclatante dell'Ora della Calabria, il giornale addirittura non è uscito per impedire che una tale notizia trapelasse.

Chi, oggi, può dire di fare libera informazione? Solo coloro che, per una sorta di volontariato sociale, decidono di dare informazione nel pieno rispetto dell'articolo 21 della Costituzione. Coloro che sono liberi da implicazioni economiche, politiche, religiose o razziali. Quando ci sono interessi in ballo, per forza di cose l'informazione non è libera.  Ecco perchè, nel leggere una certa stampa, sembra ancora che vengano rispettate le veline di una ipotetica rinnovata agenzia Stefani. Perchè continuare a sovvenzionare i giornali? Forse per continuare a perpetrare quell'indissolubile connubio stampa-stato-mafia?

Free-news.it nasce con una forte valenza ideologica. Qui, non ci sono interessi da tutelare. Vogliamo un'informazione libera, capace di essere davvero un potere in mano alla gente comune. Perchè non è ammissibile che vi sia disinformazione in faccende che pregiudicano la vita collettiva, come è accaduto ad esempio con la vicenda dei rifiuti tossici che hanno inquinato  l'Italia intera e non solo la Terra dei Fuochi. Le conseguenze le pagheremo tutti. Qui, come in tantissime altre situazioni, la colpa è anche del silenzio-assenso degli organi d'informazione.
Angela Francesca D'Atri