Fuga ogn'illusione antelucano
oniriche moine l'aurora dilegua,
la luna porta seco il tuo candore
albeggia il dì e mi ruba l'amore.
Al Campo Marzio eravamo
sul far della sera mano nella mano,
l'aureo tuo sembiante offuscava
l'acqua fulva tiberina,
raggiavano i tuoi occhi a guisa di stella
d'Aglaia, Eufrosine e Talìa era più bella.
Movenze avevi leggiadre
era la tua bellezza celestiale,
grazia e fascino elargivi a iosa
pure Afrodite parea gelosa.
Ma il sogno repente svanisce
e l'idillio mellifluo finisce,
non mi resta che il platonico web
e la vaga speme d'un corrisposto affetto
pur conscio che m'è avverso il destino ".
Copyright © Francesco Pilieci