Spettacolo

Noi, tre italiani, lo spettacolo al teatro Marconi di Roma

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E' andato in scena al Teatro Marconi, giovedì 4 aprile, nell'ambito del festival "Come un'Armonia", Noi, tre italiani, lo spettacolo nato nel 2015 in occasione del Centenario della Prima Guerra Mondiale, tratto dall'omonimo romanzo di Massimo Simonini (Edizioni Efesto) e diretto da Mariagabriella Chinè.
Lo spettacolo, prodotto dall'Associazione Culturale Sperimentiamo AMT, affronta la guerra non solo dal punto di vista storico, ma soprattutto da quello umano e spirituale. Tre giovani italiani realmente esistiti – un friulano, un abruzzese e un siciliano – portano in scena le loro storie e più in generale fotografano un'epoca, l'inizio del '900, fatta di povertà e scoperte, un'epoca trasformata dalla guerra in modo tragico e inatteso.
Dal 2015 al 2018 Noi, tre italiani ha raggiunto migliaia di spettatori in tutta Italia con decine di repliche per adulti e studenti, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Dopo 6 anni di attesa, nel 2024, Sperimentiamo ha ritenuto importante ridare vita allo spettacolo per l'alto valore educativo dell'opera, particolarmente in un momento nel quale la memoria storica di un evento drammatico può essere un ulteriore strumento per educare alla pace.
Il testo di Massimo Simonini e la regia di Mariagabriella Chinè si fondono in un'importante sinergia tra una visione più letteraria della Grande Guerra ed una puramente drammaturgica, nella quale pure non mancano momenti di leggerezza e coinvolgimento del pubblico.
La vita contadina, l'emigrazione, il socialismo, il brigantaggio, lo "scontro" linguistico tra ragazzi di regioni così lontane tra loro, costituiscono un insieme di suggestioni alle quali lo spettatore non può rimanere indifferente e che fanno di Noi, tre italiani un'opera assolutamente unica per contenuti e forma. Perché non si dimentichi ciò che abbiamo ereditato – e forse perso – in questo secolo di attesa: lo spirito di nazione ma pure il disprezzo per ogni forma di violenza.

Foto di Claudio Giuli