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Pubblicato Venerdì, 10 Gennaio 2014 19:00
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Scritto da Redazione
La risposta che il Ministero dell’Ambiente ha fornito ai deputati calabresi del M5S, sollecitata dall’interrogazione parlamentare presentata da Paolo Parentela – primo firmatario – Sebastiano Barbanti, Federica Dieni e Dalila Nesci, delinea con sconvolgente consuetudine, da un lato, la considerazione deteriore che lo Stato italiano ha della Calabria e, dall'altro, le responsabilità (non si sa se per manifesta incapacità o peggio) degli enti locali calabresi nella mancata bonifica delle aree inquinate ricomprese nel Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Crotone.
Si tratta di responsabilità che ricadono come un macigno sulle spalle del Comune e della Provincia di Crotone nonché della Regione Calabria ma anche della Syndial S.p.A., erede del carrozzone di Stato EniChem, società che dopo aver inquinato e distrutto l'ambiente cittadino (oltre le pubbliche finanze, per la corruzione che da sempre caratterizza l'intervento italiano in campo industriale) non si è mai preoccupata di presentare un serio piano di bonifica. Sono mancanze che ritornano come un boomerang carico di veleni sulla vita - ma forse sarebbe meglio dire sopravvivenza - della collettività crotonese che continua a subire inerme le deficienze di una classe politica incompatibile con una sana gestione della cosa pubblica.
Da più di tre anni si attende che la Syndial proponga un nuovo elaborato progettuale per la messa in sicurezza dei luoghi, dopo che a più riprese il Comune, la Provincia e - da ultima - l’ASL di Crotone sono intervenute per bocciare il primo irricevibile piano di bonifica, pure pelosamente approvato in sede ministeriale nel 2011. Ma come è stato possibile tutto ciò?
La risposta del Ministero preoccupa, quando descrive positivamente la linea della sperimentazione di alcuni procedimenti di bonifica, richiedenti tempi biblici per la loro realizzazione e che non trovano conferme scientifiche da alcuna parte : è giusto giocare in questo modo con la vita dei crotonesi quando si sarebbe dovuto procedere ad una bonifica repentina del SIN ?
Questione collegata è quella della bonifica del sito archeologico, per il quale dal 2006 si attende l’avvio dei lavori, pur essendo già stato avviato l’iter sottoscritto nell’Accordo di Programma Quadro (APQ) dalla Regione Calabria. Il Ministero, infatti, continuando nella sua replica, sottolinea che la relazione sull’analisi dei rischi - che doveva pervenire entro 180 giorni dalla firma dell’APQ - non è mai arrivata : la Regione fa spallucce, scaricando tutta la responsabilità sull’allora Commissario straordinario delegato per il superamento dell’emergenza ambientale in Calabria, ancora una volta comodo parafulmine dell'ignavia della classe politica locale.
Da ultima - ma non per ultima - viene svelata la questione dei finanziamenti stanziati dal governo e mai utilizzati dal Comune di Crotone per ripulire il sito della Pertusola dai veleni che stanno uccidendo lentamente ma inesorabilmente la città : 7 milioni circa di euro (6.964.446,98 per l’esattezza) afferenti la bonifica dell’area archeologica del SIN ricompreso tra Crotone, Cassano e Cerchiara di Calabria. Si tratta di fondi deliberati dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) che il Governo ha - fortunatamente - da poco rifinanziato dopo che il Comune, con la sua inerzia, se li era fatti scappare di mano. Oggi, quei soldi sono nuovamente disponibili per una bonifica ancora ferma : quante persone sono state avvelenate nel frattempo?
Peraltro, il Ministero dell’Ambiente, unitamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e all’ex Commissario delegato per l’emergenza ambientale nel territorio della Regione Calabria, portarono in tribunale la Syndial per un’azione risarcitoria (una delle tante che ha visto al centro dell'attenzione giudiziaria la società per i disastri causati in tutta Italia) per i danni provocati in modo spregiudicato nel comune di Crotone e in quelli limitrofi. Ora, la sentenza di primo grado del Tribunale di Milano del 28 febbraio 2012, non impugnata e passata in giudicato, ha previsto - oltre il ripristino dei luoghi - un risarcimento pari a oltre 56 milioni di euro (più interessi) a carico della Syndial : soldi mai pretesi dal Ministero e che occorre recuperare al più presto.
Occorre iniziare subito la bonifica del SIN di Crotone e sarebbe il caso di mettere subito le risorse recuperate al servizio della collettività : è il minimo risarcimento morale che la città di Crotone merita.
Ricordino i crotonesi che hanno visto i loro cari mancare quegli amministratori locali improvvisati responsabili di un genocidio silente ; i cittadini che li sono sopravvissuti non possono attendere oltre di ammalarsi.