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Gio28032024

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Cultura

Esperienza storico naturalistica…con risvolto sociale e politico

decine di cittadini fanno ingresso a Villa Colonna ora convento dei Frati Trappisti
 
Era il 1962 quando a Roma, col nuovo Piano regolatore generale destina la quasi totalità dei 2517 ettari di pertinenza dell’Appia Antica, a Parco pubblico. 

Una domenica, quella del 15 febbraio, a Frattocchie, ricca di spunti, riflessioni e confermati convincimenti. Dal punto “geodetico” (B) sull’Appia Antica, all’Osteria delle Frattocchie (Fratocie); passando per il tracciato di strada romana con basolato (nell’ex Staff) e la visita ai Trappisti: questo è stato il percorso, di secoli in poche centinaia di metri, della durata di un paio d’ore, a cui decine e decine di cittadini hanno partecipato ascoltando le descrizioni dell’archeologo Marco Cavacchioli con l’aiuto della dott.ssa Giorgia Galli. L’iniziativa nasce da una programmazione dal taglio eminentemente culturale e storico-naturalistico che ADA, Legambiente e Italia Nostra stanno proponendo ai cittadini di Marino e anche di altri comuni, con l’intento di far conoscere al meglio la propria realtà.

Infatti senza dubbio, conoscere ciò che calpestiamo, conoscere ciò di cui vediamo frutti e misfatti, sapendo da cosa sono originati, diventa base utile e indispensabile per scegliere se correggere, contrastare, recuperare, salvaguardare il territorio attorno a noi, nel quale viviamo.

Era il 1962 quando a Roma, col nuovo Piano regolatore generale destina la quasi totalità dei 2517 ettari di pertinenza dell’Appia Antica, a Parco pubblico. Ma si dovrà attendere il 1988 per avere l’istituzione del Parco dell’Appia Antica, così come lo conosciamo oggi. Ed è questa nuova mentalità di partire dal rispetto, dalla salvaguardia, dal recupero dei beni artistici, storici, culturali e naturalistici che i cittadini, ed in primo luogo associazioni culturali ed ambientaliste, che attivano nel proprio agire. E’ questa cultura, mutuata e resa attiva da molte forze politiche. Si potrebbe dire tutte, ma un distinguo c’è stato ed ha segnato le scelte politiche di governi, partiti e amministrazioni.

Ad esempio, è indubbio che le battaglie degli anni Settanta dei Verdi, hanno “informato” e “formato” le culture politiche. Massimamente, nel nostro Paese e nei Castelli romani, i più recettivi sono stati i comunisti: anche perché erano molto impegnati in diverse realtà a governare i comuni. Del resto, sono stato l’unico partito che in velocità, proprio in risposta alla sfida dei Verdi (che da movimento si è fatto partito) pose al proprio interno uno storico dibattito condotto in prima persona da vari intellettuali, ma uno su tutti, Fabio Mussi, che indicò la strada per fare del Partito Comunista un partito Rosso-Verde. Oggi, a distanza di anni, quelle culture sono ancora valide. Hanno fondamenti nella vita quotidiana e si ripropongono in molte battaglie e scelte “controverse”. Così è appunto quella che nel comune di Marino persegue, grazie a Palozzi, Polverini e c., la cementificazione di decine e decine di ettari di agro romano. Di campagna romana. Di area limitrofa e continuamente, concretamente supportata da evenienze archeologiche.

Per questo ADA, insieme agli altri proponenti le giornate dette “passeggiate”, include insieme all’aspetto culturale anche la “continuazione contro la cementificazione con altri mezzi”, potremmo parafrasare. Per quanto all’esperienza di ascolto delle note di Cavicchioli occorre dire che sono vere, manifeste nelle citazioni delle fonti, visibili nell’osservazione delle cose reali e anche nei disegni illustrati –sia riproduzioni che fatti appositamente per la giornata- insomma un vero successo dell’arte dell’illustrare ad un pubblico che magari sapeva già un po’ di cose (alcune abbiamo verificato errate perché errate erano le fonti), ma anche per chi fosse stato completamente a digiuno, avrebbe fatto bocconi gustosi di buone pietanze di sapere. Il punto geodetico, cioè la misurazione base per la creazione delle cartografie: sapere che uno di questi capisaldi è proprio all’inizio dell’Appia Antica a Frattocchie è di rilevanza scientifica e storica insieme.

Il tracciato di basolato rinvenuto su una diramazione dell’Appia Antica, che, appunto lasciando la linea retta che prosegue per Albano, attraversa (l’attuale Appia Nuova) e percorrendo (sotto l’ex Staff) il suo itinerario, conduce ad est verso Marino. La Villa dei Colonna, poi, che contiene ancora inesplorati segreti: i cunicoli, le gallerie sotterranee, che vanno oltre l’edificato e sono anche nell’area libera circostante, scavate nel tufo. La stessa villa, modificata in seguito alla proprietà assunta dai Frati, che Marcantonio Colonna (non quello famoso di Lepanto, ma il figlio di Filippo secondo) acquistò dalla stessa proprietà degli ortodossi di Grottaferrata. Riattraversando secoli e storia, poi, si “vede” la chiesa di San Girolamo che era posizionata lungo la via Appia (il fronte attuale dei negozi di Frattocchie) e che ora è inglobata (?), rasa al suolo e sostituita (?), non si sa e l’archeologo, onestamente, ha detto: che qualcuno studi e approfondisca perché nessuno ne ha dato ancora conto.

Insomma, quelle decine e decine di persone che in una bella giornata di febbraio di campagna romana, hanno scelto di voler apprendere un po’ più della propria realtà, sono tornate a pranzo, affamati per l’aria frizzantina, ma già sazi di una scorpacciata di sapere e, soprattutto, con l’acquolina in bocca per i prossimi appuntamenti.

Maurizio Aversa