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San Pietro in Vincoli: muto per mezzo secolo, torna a suonare l’antico organo Alari (1686)-Priori (1884)

organo
Dopo due anni e oltre 7 mila ore di sapiente restauro, torna a suonare l’antico organo Alari (1686)-Priori (1884) della Basilica di San Pietro in Vincoli, uno dei più importanti strumenti storici di Roma e d’Italia. 

Il ritorno alla vita del prestigioso strumento sarà salutato in Basilica sabato 11 ottobre, a partire dalle 18.30, con un concerto per solo organo a cura del M° Organaro Michel Formentelli, del M° Francesco S. Colamarino (Organista al Grande Organo del Giubileo del 2000 della Basilica di S. Maria degli Angeli) e del M° Giandomenico Piermarini (direttore del Conservatorio A. Casella di L’Aquila e primo Organista nella Arcibasilica Papale di S. Giovanni in Laterano).
Le celebrazioni continueranno domenica 12 ottobre con la messa officiata dal Cardinale Donald William Wuerl
 
Muto da oltre mezzo secolo, da quando cioè un precedente restauro sembrava averne irrimediabilmente danneggiato alcune componenti, l’antico strumento rappresenta un enorme tesoro del patrimonio artistico e culturale italiano. Costruito su una splendida cantoria seicentesca posta proprio di fronte al gruppo marmoreo del Mosè di Michelangelo, nella prestigiosa chiesa romana di San Pietro in Vincoli, l’organo Alari(1686)-Priori (1884) si impone per vetustà e magnificenza fra i più importanti insieme a quello di San Giovanni in Laterano, costruito da Luca Blasi per il Giubileo del 1600, e a quello di San Giovanni dei Fiorentini, costruito da Giuseppe Testa nel 1673.
 
Per restauro dell’antico strumento, promosso e finanziato dal Cardinale Donald William Wuerl, del titolo presbiteriale di San Pietro in Vincoli, ci sono voluti circa due anni e oltre 7 mila ore di lavoro, condotte con sapiente perizia a Camerino dalla Bottega artigiana di Michel Formentelli, specializzata nel recupero e restauro di organi antichi e altri strumenti da tasto. 
 
L'organo di San Pietro in Vincoli, costruito nel transetto sinistro da Giacomo Alari nel 1686, ha una splendida cassa interamente dorata, ricoperta di stucchi, festoni e statue. Per lungo tempo si era ritenuto che soltanto le canne di facciata, oltre la cassa, fossero sopravvissute, mentre nell'interno vi fosse collocato un organo interamente rifatto da Attilio Priori nel 1884, come si legge nel cartiglio posto sopra la tastiera.
 
Da una recente ispezione, confermata poi dall'accurato esame eseguito in laboratorio dopo lo smontaggio dello strumento, si è potuto appurare invece che il materiale fonico sei-settecentesco è stato interamente salvato per la sua eccellente qualità e riutilizzato nel rifacimento del Priori. Egli infatti si è limitato ad aumentare l'estensione delle note nei bassi e negli acuti aggiungendo canne nuove ed arricchendo lo strumento di alcuni nuovi registri secondo il gusto dell'epoca.