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Roma e provincia

Lazio: il Consiglio regionale approva legge su concessioni idroelettriche

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato oggi con 27 voti favorevoli, uno contrario e 11 astenuti, la proposta di legge regionale n. 65 del 10 agosto 2023, concernente Disposizioni in materia di concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico in attuazione dell'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (Attuazione della Direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica) e successive modifiche. Si tratta di una legge regionale di adeguamento agli obblighi europei e in particolare di recepimento di una direttiva comunitaria che prevede adozione di misure trasparenti e imparziali per l'attribuzione delle concessioni, ai sensi del decreto legge 135 del 2018, convertito in legge 12 del 2019, ha spiegato l'assessore alla Tutela del territorio Fabrizio Ghera nella sua illustrazione del provvedimento all'Aula.

A questo scopo, ha proseguito Ghera, la presente proposta di legge, già adottata dalla Giunta in data 30 aprile 2021 ma che non aveva terminato il proprio iter, è stata aggiornata anche sulla base del nuovo codice dei contratti pubblici; si tratta di una materia che tocca competenze sia statali che regionali, in particolare allo Stato compete in via esclusiva la tutela dell'ecosistema, in cui rientrano le acque, bene demaniale, mentre la materia della produzione e trasporto dell'energia rientra nell'ambito delle competenze legislative concorrenti della Regione. Il decreto legge 135 ha stabilito la regionalizzazione della proprietà delle opere idroelettriche a scadenza di concessione o in caso di rinuncia ad essa. Lo stato mantiene un potere di intervento in caso che la regione non provveda. Tuttavia l'innovazione normativa avviene pur sempre nel quadro del decreto legislativo 79 del 1999, che fissava come criterio base quello della tutela della concorrenza nel rispetto dei principi della Ue. La Regione quindi legifera, con questa normativa, per quanto riguarda i criteri di assegnazione delle grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettriche e relativi canoni da versare da parte dei concessionari, nonché sulle modalità di passaggio ad essa degli impianti a scadenza di concessione; ma anche le modalità di aggiornamento delle opere sono una materia toccata da questa legge.

Agli originari 30 articoli della legge uno, il 28 bis, recante la clausola valutativa della legge, è stato aggiunto con un emendamento presentato dallo stesso assessore Ghera; l'articolo 29 riguardante le disposizioni finanziarie è stato invece riscritto da un emendamento dell'assessore al Bilancio Giancarlo Righini, passato al vaglio della commissione Bilancio nei giorni scorsi. Anche vari altri articoli sono stati modificati da una serie di emendamenti tecnici presentati dall'assessore Ghera e, in un caso, dall'assessore Righini. Accolti anche alcuni emendamenti di esponenti dell'opposizione, in particolare uno di Alessandra Zeppieri del Polo progressista all'articolo 5, come riformulato dallo stesso assessore Ghera, e due di Massimiliano Valeriani del Partito democratico all'articolo 18.

In dichiarazione di voto, Michela Califano del Partito democratico ha detto che si sarebbe voluto fare una discussione più approfondita, perché la proposta di legge è stata formulata senza attendere che le province potessero emettere un parere su di essa. Anche su ammodernamento e sostenibilità delle strutture si sarebbe voluto leggere qualcosa di più preciso, sebbene si riconosca che si tratta di una legge di adeguamento, quindi in un certo senso obbligata: da tutto ciò consegue l'astensione del Pd sul testo, ha detto Califano.

Per Zeppieri, l'idroelettrico è poco sostenibile, soprattutto a livello economico; manca in questa legge la previsione di gestire le concessioni da parte del pubblico, come avviene in altri stati; non ci sono obblighi ben precisi per i gestori, con riferimento agli aspetti ambientali. Mancano anche elementi di innovazione. Obiettivo dovrebbe essere, per la consigliera del Polo progressista, utilizzare meno acqua, non di più, per produrre energia. Voto contrario quindi annunciato in Aula da Zeppieri sul testo.